Bresciaoggi, 03/01/2000

Amici della Natura della Valsaviore perplessi sulla sistemazione del crocifisso di Enrico Job

La Croce di Cevo? Parliamone

Agli ambientalisti non piace l’idea della “sede” definitiva dell’Androla

Le montagne sono sacre anche per i cattolici: croci è stato e di ogni dimensione sparse ovunque, e imposizione sempre panoramica, lo testimoniano efficacemente. Ma forse questa consacrazione moderna potrebbe essere più rispettosa della spiritualità di chi ha vissuto molto tempo fa. E’ la tesi degli amici della natura della Valsaviore, che fanno alcune considerazioni rispetto al gigantesco dici visualizzato da Enrico Job per la visita del Papa a Brescia, e che dovrebbe essere collocato al andrò là di Cevo. Cosa chiedono gli ambientalisti? Il loro non è un no la sistemazione della scultura, ma vorrebbero almeno che Lambro la ( chi potrebbe essere stato un luogo sacro dell’antichità) fosse almeno risparmiata del gigantesco basamento in cemento destinato sostenerla.

La collocazione del Crocifisso è accettabile se temporanea, non definitiva su un enorme colata di cemento. << in paese sostengono gli amici della natura – l’idea di una struttura così grande piace pochi, anche perchè con le sue dimensioni caratterizzare ebbe modo definitivo la Valcamonica. Vorremmo almeno che se ne discutesse a fondo prima di passare all’azione>>. E questo perché c’è una via spirituale ( e culturale) alla tolleranza e all’ amicizia tra popoli. Una via che, in molti casi, passa proprio attraverso le montagne. Attraverso cine, versanti e altopiani che per molte etnie ( comprese quelle che nell’antichità popolavano le nostre Alpi) hanno assunto significato del sacro. La Concarena e il Pizzo Badile in Valcamonica avevano lo stesso significato che ancora oggi a il monte Graham ( la grande montagna seduta in lingua nativa) per gli Apache di San Carlos, in Arizona. E ci sono decine di cime sacre anche in Asia: gli amici della natura nepalesi le stanno studiando e catalogando da anni, alla ricerca di una spiritualità antica che è e deve restare un patrimonio mondiale.

E’ questa la filosofia che anima anche gli amici della natura italiani, in particolare quelli della sezione di Saviore dell’Adamello, in prima fila da tempo per difendere con la pace la montagna sacra dell’Arizona, sulla quale la scienza laica ( anche quella del Vaticano, che tanto laica non dovrebbe essere) sta costruendo 3 giganteschi telescopi; è in prima fila nella riscoperta di una cultura e di una spiritualità camune ( i graffiti rupestri, le stele, gli altari) che, secondo l’associazione, dovrebbero anche essere il primo tassello di un vero turismo culturale. Una filosofia che finora ha portato anche a scambi di visite dai risultati inaspettati. Nei mesi scorsi, 4 camuni membri dell’associazione hanno partecipato ad una cosa sacra organizzata proprio dagli Apache per raggiungere il monte Graham. Hanno soggiornato nella riserva collaborando alla costruzione delle capanne sulla torie ( che i nativi usano per purificarsi prima delle cerimonie). Ma c’è stata una visita in Valcamonica di Raleigh Thompson, per anni presidente tribale dei 18000 San Carlo se porta bandiera della causa del Monte Sacro. E’ stato inviato in Italia dalla tribù per capire se è vero che ci sono dei bianchi capaci di stare insieme solo per il gusto di stare insieme, e agli amici della natura lo hanno portato in Val Saviore, a vedere un graffito antropomorfo di 2800 anni fa ha scoperto in tempi recenti. E Thompson ha detto sì: quello era sicuramente un luogo sacro; quasi certamente un luogo di iniziazione. Poi prima di andarsene, ha costruito una capanna sudatoria canto rifugio che l’associazione gestisce nella zona.

La cultura dei segni, religiosi non, ma insomma chiavi di lettura simili anche decine di migliaia di chilometri di distanza. E adesso, col nuovo millennio, il programma di scambi e di azioni mirate alla tutela dei luoghi sacri di tutto il mondo proseguirà anche in Valcamonica. Il programma per i prossimi mesi ( se saranno superate le difficoltà tecniche ed economiche) e affascinante. Gli amici della natura vorrebbero infatti invitare alcuni anziani Apache, danzatori medicine men, a una ricerca dei luoghi sacri camuni fatta direttamente sul terreno. Ma anche partecipare una sorta di campagna itinerante per il Vecchio Continente, in collaborazione con le associazioni con sorelle della Francia della Germania, organizzando incontri pubblici per sottolineare la necessità di salvaguardare i luoghi sacri del mondo. Una campagna che dovrebbe vedere l’arrivo in Italia anche degli amici della natura nepalesi, con loro bagaglio di ricerca sull’ASIA. E’ un progetto in cui fine ultimo è la fratellanza universale; un cammino da costruire attraverso la ricerca delle radici comuni.

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